Tecnologie per la didattica inclusiva | Synergie

Articolo scritto per noi dopo il test di prodotto effettuato dalla prof.ssa Jessica Redighieri – qui un video!

Dopo avervi raccontato del mio amore a prima vista per gli EZ Robot, in questo articolo voglio parlarvi di un argomento che mi sta molto a cuore. Solitamente quando parlo di robotica e coding in classe cerco di sfruttare queste tematiche per mostrare ai ragazzi come queste, se usate in maniera creativa, rendano le tecnologie adatte per la didattica inclusiva.

Le caratteristiche degli EZ Robot li rendono di per sè tecnologie altamente inclusive perché all’interno dello stesso software (e della stessa app) abbiamo a disposizione tante modalità di programmazione: dai blocchi semplici di Scratch, ai blocchi testuali di Blockly fino al linguaggio testuale EZ-Script. Questo permette a ogni alunno di utilizzare lo strumento di programmazione più adatto alle proprie competenze e alle esigenze che ha in quel momento.

Un altro aspetto che rende questi robot particolarmente inclusivi è la possibilità di personalizzarli al massimo. Gli Ez-bits, i pezzetti, che troviamo all’interno della confezione possono essere montati come preferiamo per trovare sempre nuove strutture e per aumentare le funzioni del nostro automa.

Inoltre, è interessante sapere che possiamo utilizzare la stampante 3D per creare i pezzi e le armature dei nostri EZ-Robot. A mio parere più un robot è personalizzabile più diventa inclusivo.

Un esempio di tecnologia inclusiva

Sono molte altre le caratteristiche che rendono gli EZ-Robot una tecnologia inclusiva e che permettono di sfruttarli in modo creativo.

Ad esempio, attraverso la programmazione della camera di Roli, JD e degli altri EZ-Robot possiamo far riconoscere loro i colori che abbiamo codificato e possono pronunciarne il nome. Questo è utilissimo per chi ha difficoltà nel riconoscere e nominare i colori o per chi, come i bambini più piccoli, ancora non li conosce.

Creare un programma di riconoscimento e verbalizzazione dei colori è semplicissimo perché ci servono solo un paio di blocchi ma può essere un esempio significativo e divertente per dimostrare come le tecnologie per la didattica inclusiva possano trasformare un qualsiasi ambiente in spazio di apprendimento e come la robotica possa essere realmente utile a tutti.

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