Scuola 2.0: nuove metodologie didattiche. Dopo la DAD è ora di tornare a sperimentare

A partire dal 2020 il sistema scolastico è stato messo a dura prova dalla pandemia. Con la necessità di mantenere il distanziamento sociale è stato necessario attivare la DAD, la didattica a distanza: gli studenti hanno iniziato a seguire le lezioni da casa, fatto che ha creato numerosi problemi: gli istituti non erano infatti pronti al passaggio al digitale, e non tutti gli studenti erano dotati della tecnologia necessaria, a partire dal tablet per arrivare a una connessione a Internet sufficientemente veloce per gestire le videoconferenze.

Dopo più di un anno, pian piano si sta tornando a una sorta di normalità e i ragazzi hanno ripreso a frequentare le lezioni in presenza, ma questo non significa che il digitale è stato abbandonato. Anzi, è ufficialmente iniziata una nuova fase, una scuola 2.0: la realtà scolastica si sta trasformando, sta diventando sempre più digitale ed emerge la necessità di una nuova didattica, che faccia leva sulla tecnologia per trasmettere in maniera più efficace i concetti agli studenti. Del resto, se il mondo del lavoro è ormai improntato al digitale, perché non dovrebbe esserlo anche la scuola? Se fino a ora sono sempre mancati i fondi necessari a un processo di digitalizzazione, ora le risorse messe a disposizione dal PNRR permettono di investire su strumenti digitali per la didattica in grado di aprire la strada a quella che possiamo definire una scuola 2.0, arrivando a concretizzare gli obiettivi dal Piano Nazionale Scuola del MIUR.

Scuola 2.0: quando la didattica è aumentata dalle tecnologie

Ormai siamo tutti circondati dal digitale e anche i bambini iniziano a utilizzare la tecnologia ancora prima di imparare a leggere o a scrivere: imparano prima a utilizzare gli schermi touch che a tenere in mano una penna. È inevitabile, del resto: abbiamo a che fare con la tecnologia in ogni istante, da quando accediamo alla metropolitana usando lo smartphone o lo smartwatch al posto del classico biglietto da obliterare a quando prenotiamo un volo, un taxi, un’auto a noleggio. Lo facciamo non per pigrizia, ma perché è più efficace. Nel mondo del lavoro il digitale ha permesso di ottimizzare processi, migliorare la produttività e ha favorito l’ingresso di nuove figure in azienda, specializzate proprio nel digitale. Figure che oggi sono sempre più richieste e difficili da trovare, anche perché il nostro sistema scolastico non forma adeguatamente i ragazzi dal punto di vista del digitale. Lo sottolinea lo stesso MIUR nel documento dove espone il Piano Nazionale per la Scuola Digitale: “La sfida dell’educazione nell’era digitale non può più essere una mera funzione della quantità di tecnologie disponibili; piuttosto, essa deve coniugare la crescente disponibilità di tecnologie e competenze abilitanti, la rapida obsolescenza tecnologica, e le nuove esigenze della didattica. Comprendere questa relazione significa aiutare la scuola ad acquisire soluzioni digitali che facilitino ambienti propedeutici agli apprendimenti attivi e laboratoriali, nonché per quelli costruttivisti o per progetto. L’educazione nell’era digitale non deve porre al centro la tecnologia, ma i nuovi modelli di interazione didattica che la utilizzano”.

In pratica, nella scuola 2.0 la tecnologia è fondamentale ma non fine a se stessa: la tecnologia deve venire sfruttata per migliorare i processi didattici. E i nuovi strumenti non devono soppiantare quelli classici – come carta e penna – ma integrarsi con loro. Non solo: nell’ottica della digitalizzazione del sistema scolastico, è fondamentale introdurre nuove materie che permettano di avvicinare i ragazzi al coding, allo sviluppo di software, una competenza sempre più richiesta dal mondo del lavoro.

Scuola digitale e nuove metodologie didattiche

Quando si pensa a strumenti digitali per la didattica si pensa a tablet, computer, alle LIM, le lavagne interattive multimediali. Ma non sono gli unici. Molti istituti, per esempio, fanno largo uso delle classiche lavagne a fogli lucidi. Oggi queste possono essere sostituite da nuovi dispositivi che svolgono le stesse funzioni in maniera più efficace, e ne rappresentano la naturale evoluzione. Nello specifico, le document camera , videocamere semplici da usare e pensate per proiettare libri, disegni e anche oggetti tridimensionali, di qualsiasi materiale o tipologia. Un esempio sono i prodotti della gamma Elmo, che include vari tipi di document camera e relativi accessori, dispositivi che possono essere anche collegati a un computer o un tablet. Rispetto alle tradizionali lavagne a fogli lucidi, garantiscono una qualità dell’immagine superiore e permettono di zoomare per evidenziare anche i dettagli minuti. L’aspetto più rivoluzionario, però, è la possibilità di fare annotazioni in tempo reale, evidenziare i dettagli salienti. Possono essere usate per rendere più stimolanti e interattive le lezioni e le interrogazioni, e permettono di supplire agli inevitabili limiti delle aule: chi sta agli ultimi banchi fa più fatica a seguire e a vedere tutti i dettagli. I document camera scanner prodotto da Elmo si integrando con l’infrastruttura informatica della scuola, e consentono sia di riprodurre le immagini a parete, tramite un proiettore (Il supporto alla risoluzione 4K consente di riprodurre i documenti anche su pareti di grandi dimensioni senza sgranare le immagini), sia di inviarle a ogni singolo studente, che potrà seguire la lezione direttamente sul suo tablet o computer portatile. Sia nelle lezioni in presenza, sia in quelle a distanza. Ancora oggi, infatti, la DAD non è un ricordo del passato, e basta qualche studente positivo nella classe per imporre a tutti di seguire le lezioni da remoto in via precauzionale.

Didattica digitale: casi d’uso delle document camera

Le document camera sono degli strumenti digitali per la didattica che possono stravolgere il modo di fare lezione, rendendole più interessanti, permettendo di lasciarsi alle spalle il modello classico di lezione frontale così da coinvolgere maggiormente gli studenti. Un esempio è quello degli esperimenti scientifici, che possono essere registrati interamente, anche quando questi richiedono molto tempo. Merito della funzione time laps, che effettua scatti a intervalli regolari (da pochi minuti a parecchie ore) per poi presentare un filmato che in pochi minuti sintetizza il risultato di un esperimento che magari è durato settimane o mesi, per esempio la crescita di una pianta, da quanto viene piantato il seme ai primi germogli. Un esempio concreto viene dalla St Philomena’s Catholic Primary School, scuola primaria del Regno Unito, dove Elmo è stato usato come ausilio alle lezioni di biologia, per identificare i vari stadi della vita di una rana. È bastato posizionare una document camera in prossimità di un acquario per acquisire in video l’evoluzione da girino a rana. L’istituto scolastico Corpus Christi Catholic School, sempre in Inghilterra, ha usato lo stesso approccio per studiare il ciclo di vita delle farfalle, mentre la Rosebud Primary School degli Stati Uniti ha appoggiato la document camera all’oculare di un microscopio, così da permettere a tutti di osservare nel dettaglio organismi viventi di dimensioni estremamente ridotte, impossibili da osservare con precisione a occhio nudo. Una scelta che ha permesso da un lato di evitare sia di formare una calca davanti al microscopio, sia di evitare di infastidire l’organismo, in questo caso un verme, dato che gli studenti sarebbero stati a debita distanza.

La scienza però non è l’unico caso d’uso delle document camera, che vengono impiegate con successo da insegnanti di arte, storia, geografia, lingua. Il tutto senza mai sostituire carta e penna, o i classici testi scolastici, ma aggiungendosi a questi strumenti. L’adozione delle document camera ha garantito da un lato una maggiore efficienza dei processi didattici, evitando per esempio il ricorso a fotocopie, ma soprattutto ha catturato l’attenzione degli studenti, indipendentemente dalla loro età, che hanno dimostrato di essere maggiormente coinvolti da questo modo di fare didattica più pratico e intuitivo.

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