Videoproiettore led Casio, caratteristiche e funzionalità

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Il videoproiettore led è uno degli strumenti multimediali più interessanti, ma in passato era anche uno dei più costosi, delicati e impegnativi. Poi Casio ha introdotto la tecnologia LampFree.
Molti di noi guardano abitualmente i film a casa su schermi televisivi di grandi dimensioni, 55, 65, ma anche 85 pollici. Eppure, per quanto grande possa essere lo schermo del televisore, ci manca sempre un po’ l’effetto cinema, quella specie di magia che solo l’immagine proiettata su uno schermo bianco sa creare. Forse anche per questo diventa importante sapere come scegliere un videoproiettore moderno, equivalente del proiettore cinematografico e uno degli strumenti multimediali più in voga.

Certo, anni fa i videoproiettori erano costosi, delicati e richiedevano molta attenzione: una manovra sbagliata e la lampada, costosissima, si spegneva per sempre. Le cose per fortuna sono cambiate, anche grazie agli ingegneri di Casio che, nell’ormai lontano 2010, misero a punto una tecnologia alternativa per la sorgente di illuminazione. La sorgente era costituita da un laser a luce blu che generava, oltre a quella blu, anche la luce verde facendo passare il raggio attraverso un filtro al fosforo, e da una sorgente LED rossa. In questo modo, con solo due sorgenti, venivano creati i tre colori fondamentali dello spettro additivo RGB (Red, Green, Blu) che, opportunamente mescolati, permettevano di creare tutti i colori dello spettro visibile.

Quale videoproiettore comprare e quali sono i vantaggi della soluzione mista Laser/LED LampFree?

Nel valutare quale videoproiettore comprare è opportuno tenere in considerazione i tantissimi vantaggi di cui dispone la soluzione Laser/LED. Per prima cosa si elimina la vecchia lampada a vapori di mercurio che era costosissima, fragilissima, aveva una vita massima di qualche migliaio di ore e produceva tanto calore; inoltre, era composta da materiali molto inquinanti e quindi smaltirla era un problema. Rispetto alla vecchia lampada, la nuova sorgente Laser/led è molto più compatta, anche rispetto a soluzioni simili laser-only che usano un numero più alto di laser di maggiore potenza per arrivare a generare la stessa luminosità. A parità di luminosità, il sistema LampFree ha un consumo di corrente all’incirca dimezzato.

Un ulteriore vantaggio deriva dal fatto che l’emissione è fredda, quindi non servono grosse ventole di raffreddamento (che oltre a consumare e fare rumore, portano polvere nel proiettore).

Un altro vantaggio è dato dalla vita media della lampada, che è intorno alle 20mila ore. Tradotto, vuol dire che se accendete il proiettore la mattina appena entrati in aula e lo spegnete alla fine delle lezioni alle 13, passeranno circa vent’anni prima che la lampada arrivi alla fine della sua vita utile. Per quel giorno, a scuola si useranno probabilmente sistemi a realtà virtuale che in confronto il ponte olografico di StarTrek sembrerà il cinemino dei fratelli Lumiere. Comunque, non sarà necessario tenere il videoproiettore led sempre acceso perché il sistema LampFree si accende e si spegne nel giro di pochi secondi. Sì, perché mentre una lampada convenzionale quando viene accesa ha bisogno di circa 70 secondi per arrivare alla luminosità di targa, al laser Casio bastano 5/8 secondi. E quando lo spegnete, potete riaccenderlo anche subito, mentre un sistema a lampada convenzionale deve prima essere lasciato raffreddare per circa 100 secondi prima di essere riacceso, altrimenti si rischia di bruciare la lampada.

Un ultimo vantaggio è che il sistema ottico, non producendo calore, ha potuto essere inglobato in un guscio a tenuta che evita l’ingresso di polvere. Quindi niente ventole, niente filtri antipolvere e niente manutenzione dei filtri e delle lenti per eliminare lo sporco.

Dalla luce all’immagine Il sistema Laser/LED LampFree genera una luminosità di 3.500 lumen allo schermo.

Ma come si trasforma questa luce in un’immagine in movimento?

Ebbene, i videoproiettori Casio usano una tecnologia che si chiama DLP, Digital Light Processing. All’interno del videoproiettore portatile, lungo il percorso del fascio luminoso, c’è un chip, simile in apparenza ai microprocessori che vediamo nei computer. Ma questo non è un dispositivo solo elettronico: si tratta infatti di un microchip DMD (Digital Micromirror Device). La sua superficie, infatti, è formata da decine di migliaia di piccolissimi specchietti, organizzati in una matrice di righe e colonne, ciascuno corrispondente a un pixel dell’immagine. Ogni specchietto del videoproiettore led è mosso in modo indipendente da un microscopico azionatore meccanico, pilotato dal “cervello” del proiettore. Quando lo specchietto è a riposo, esso riflette il raggio di luce che lo colpisce verso la lente dell’obiettivo, da dove il raggio esce per raggiungere lo schermo. Quando invece lo specchietto viene girato, il raggio di luce che lo colpisce viene deviato lontano dalla lente e quindi sullo schermo quel pixel apparirà nero. L’elettronica di bordo è in grado di muovere tutti i microspecchi contemporaneamente per decine di volte al secondo e, combinando opportunamente i colori della luce in arrivo (le due sorgenti inviano in sequenza lampi di colore rosso, verde e blu) con le posizioni di ogni specchietto, si ottengono sullo schermo i colori dell’immagine da riprodurre.

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