27/11/2015

RoadShow sui PON: parlano i protagonisti

Articolo di Amedeo Bozzoni – Sistemi Integrati

Per il periodo 2014-2020, il Programma Operativo Nazionale (PON) del Ministero dell’istruzione, dell’Università e della Ricerca offre alle scuole l’opportunità di accedere a risorse della Comunità Europea, da aggiungersi a quelle stabilite dal piano del Governo sulla riforma della suola (La Buona Scuola).

In totale si parla di 3 miliardi di Euro complessivi, di cui 800 milioni per la realizzazione di ambienti multimediali per una didattica innovativa e digitalizzata che possa favorire l’apprendimento collaborativo e che possa facilitare la fruibilità dei contenuti da parte di studenti e docenti. Il progetto è dedicato alle scuole pubbliche del primo (infanzia comprese) e del secondo ciclo di istruzione.
Per ottenere i finanziamenti è necessario elaborare e presentare un progetto, ma non tutti i progetti verranno finanziati; per aumentare le probabilità di successo è indispensabile acquisire competenze specifiche in materia.

Per questa ragione Synergie con il supporto di alcune aziende di questo mercato come Casio, noto per i proiettori Laser+Led, e in collaborazione con i dealer specializzati ha organizzato dopo la pausa estiva un roadshow sviluppato su 11 tappe per le scuole, vere protagoniste dell’evento.

“Siamo molto soddisfatti di aver supportato i nostri partner in questa attività – dichiara Davide Moretti, Product Manager Projectors di CasioDal nostro punto di vista si è trattato di un grande successo sotto ogni aspetto: per noi è stata una fantastica occasione di confronto con gli operatori del mondo scolastico e un ottimo mezzo per veicolare una conoscenza approfondita della tecnologia LampFree e dei suoi vantaggi. Inoltre, si è trattato di un momento importantissimo che ha risposto a un’esigenza specifica come quella di un approfondimento sul funzionamento dei PON, esigenza testimoniata dalle oltre 400 persone che complessivamente hanno partecipato agli eventi”.

Informazione di qualità

“I prodotti tecnologici per la didattica sono numerosi, ma pochi sono in grado di fare la differenza” – così esordisce Micaela Tagliaferro, Marketing & Communication Manager di Synergie, che prosegue: “I progetti che gli Istituti devono elaborare non sono di facile realizzazione, soprattutto per chi non ha mai avuto accesso a questi finanziamenti; così è nata l’idea di organizzare un roadshow per portare nelle scuole, ai dirigenti scolastici e ai professori incaricati, due tipologie di contenuti: l’analisi del PON con approfondimenti specifici sugli aspetti progettuali e burocratici e le soluzioni tecnologiche che noi proponiamo al mercato. Ogni tappa è stata strutturata per dedicare la maggior parte del tempo alla parte progettuale e burocratica, per contribuire alla diffusione della cultura, lasciando alla fine la presentazione delle soluzioni che si possono praticare con i prodotti da noi distribuiti. Chi ha partecipato ha potuto ascoltare relazioni autorevoli e fare domande per chiarire tutti i dubbi”.

Le tappe in totale sono state 11: dal 7 settembre al 7 di ottobre, con una partecipazione davvero notevole: segno che l’argomento desta molto interesse e che l’atteggiamento del corpo docente è sempre più proattivo nei confronti di una didattica che sta rivoluzionando metodi e ruoli.

“La strategia marketing che abbiamo sviluppato – prosegue Micaela Tagliaferro – è stata strutturata essenzialmente in due tempi diversi: a giugno abbiamo incontrato 40 dei nostri migliori dealer Educational. Il motivo della riunione era informarli preventivamente di cosa stava accadendo e spiegar loro esattamente come funzionavano le richieste di fondi, questo per dar loro un vantaggio competitivo rispetto al resto del mercato. In occasione della riunione è intervenuto proprio il Dott. Attilio Compagnoni, responsabile fondi FESR del MIUR. A settembre è poi partita la seconda fase, ossia incontrare le scuole per raccontar loro cosa fossero i fondi e come potervi accedere. In questo roadshow è stata quanto mai preziosa la presenza dell’Ing. Angelo Cavaiuolo che ha saputo raccontare e spiegare nei dettagli tutte le questioni burocratiche, inoltre ha ovviamente dato consigli utili a dirigenti, dsga e docenti incaricati. In questo modo i nostri dealer sono stati riconosciuti da dirigenti scolastici e professori come referenti preparati: questo ha facilitato l’avvio di rapporti che, ci auguriamo, porteranno buoni risultati. Le città delle tappe le abbiamo scelte anche in funzione della presenza dei dealer sul territorio; ci siamo concentrati soprattutto al nord, oltre alle tappe di Roma e di Palermo, che hanno avuto comunque un elevato riscontro”.

Il parere dei dealer

Come dicevamo, ciascun dealer ha contribuito attivamente all’organizzazione della tappa pianificata sul proprio territorio, invitando le scuole a partecipare.

Francesca Centazzo, RC Sistemi Audiovisivi, racconta di un’esperienza positiva per diversi aspetti: “Questo roadshow è stata un’idea davvero centrata e mi risulta che, al momento, è stata l’unica dedicata espressamente a questi PON. Anche i feedback che abbiamo avuto dalle scuole che hanno partecipato sono stati molto positivi. La tappa organizzata sul territorio che presidiamo ci ha consentito di invitare e coinvolgere le scuole che ancora non ci conoscevano; il fatto di dare all’evento un taglio più istituzionale ha incuriosito maggiormente i dirigenti scolastici e i docenti; il motivo non è stato principalmente commerciale. Per accedere ai finanziamenti stanziati dalla Comunità Europea le scuole devono elaborare un progetto e questo aspetto rappresenta una novità per loro, soprattutto per le scuole del nord alle quali i finanziamenti non sono mai stati dati.

Devono organizzarsi anche amministrativamente e questa occasione ha fatto sì che ci vedessero anche come loro consulenti oltre che come dei rivenditori. Questo è il nostro obiettivo: poter essere riconosciuti come dei veri e propri partner per garantire quel valore aggiunto che loro apprezzano. Con il mondo universitario abbiamo già avuto modo di costruire un rapporto che ha portato ad installare numerosi proiettori Casio Laser+Led; ci riconoscono un ruolo consulenziale sull’aspetto progettuale; le scuole elementari e superiori, invece, in passato hanno ricevuto meno risorse, e di conseguenza i rapporti sono stati più occasionali. Quindi il roadshow ci ha consentito di stringere maggiormente i rapporti”.

“Successivamente all’incontro – conclude Francesca Centazzo – abbiamo ricevuto numerosi riscontri positivi dalle scuole intervenute, non solo da quelle di Padova ma alche da altre parti della regione”.

Attenti ai costi di manutenzione

Dal Veneto alla Sicilia, dove la tappa del roadshow organizzata con il dealer ViP System ha toccato Monreale. Paolo Viviritoci racconta: “Ce l’abbiamo messa tutta per dare la massima rilevanza all’evento, con numerosi inviti via email e spiegando anche al telefono perché era importante essere presenti. Il risultato ci soddisfa: sono venuti numerosi docenti e dirigenti scolastici di scuole elementari, medie inferiori e superiori e qualche rappresentante dell’università: in totale oltre 50 scuole per più di 80 persone. L’evento principale l’abbiamo tenuto a Monreale presso l’Istituto di Istruzione Superiore “Emanuele Basile”, a Catania l’abbiamo replicato, su richiesta di alcuni presidi, con relatori in teleconferenza. Sul campo abbiamo raccolto le impressioni di prima mano ed è stato interessante saggiare dopo qualche settimana il loro grado di soddisfazione. Conosciamo bene il territorio e le sue necessità, di conseguenza abbiamo allestito i nostri prodotti per dimostrare i punti di forza. Il tema dell’evento era interessante: malgrado nella nostra regione ci sia una buona esperienza per questi progetti le novità da approfondire erano numerose, fra cui l’estensione del periodo che si protrae fino al 2020 e nuove linee guida. Al successo ha contribuito anche la presenza di un progettista delegato dal MIUR e quella di brand affermati come Casio, presente nelle scuole con i proiettori Laser+Led”.

“Fra l’altro – prosegue Vivirito – abbiamo anche distribuito un manuale, realizzato da noi, dedicato alla progettazione delle reti wireless, alla loro efficienza, continuità del servizio e sicurezza del minore. Fra le soluzioni che hanno riscosso interesse anche una document camera collegata ad un proiettore Casio: abbiamo fatto vedere come un docente costruisce, tessera dopo tessera, un mosaico”.

“Qui in Sicilia – conclude Vivirito – i PON sono presenti da diversi anni: abbiamo fornito numerose LIM con proiettore ma le lampade hanno una durata limitata, 1.500/2.000 ore, ed è difficile reperire i fondi per sostituire le lampade quando si esauriscono. Molte sono le LIM inutilizzate per questo motivo. Con la soluzione di Casio, invece, il corpo illuminante dura almeno 15 anni e il costo di mantenimento è ridotto a zero: i docenti sono rimasti sorpresi da questa tecnologia”.

Produrre e rielaborare i contenuti

Il contributo della Professoressa Barbara Papazzoni allo sviluppo di una didattica innovativa risale al progetto Cl@assi 2.0 presso l’IC San Giorgio di Mantova. Ha numerose collaborazioni all’attivo e ricopre anche il ruolo di ADE, Apple Distinguished Educator.

“Da pochi mesi – spiega Barbara Papazzoni – ho chiesto di interrompere l’attività di insegnamento per condividere con i colleghi delle scuole della provincia di Mantova la conoscenza maturata grazie alle sperimentazioni che abbiamo potuto realizzare. Così ora coordino, per la provincia di Mantova, le attività dedicate alle tecnologie innovative e quindi anche i progetti correlati ai PON: affianco i colleghi quando richiedono un parere durante l’elaborazione di un progetto”.

“Questo roadshow – ci spiega Barbara Papazzoni – è stato utile e di supporto alle scuole, era la prima volta che affrontavo il tema dei PON, che sono sempre stati un po’ appannaggio di altre regioni: per noi tutti è una grande novità. La panoramica sulle procedure da seguire è stata completa ed esaustiva, è stato dato anche qualche accorgimento dal punto di vista tecnico: l’intervento dell’ispettore ministeriale Dottor Giuseppe Marucci, ad esempio, ci ha offerto diversi spunti su cui abbiamo sviluppato, a livello individuale o per singole istituzioni, quanto richiesto per accedere a questi finanziamenti. Le procedure possono sembrare complesse e richiedere un dispendio di energie significativo sia nella parte compilativa che in quella progettuale. Ad esempio, bisogna avere le idee piuttosto chiare già nella fase progettuale e non è semplice coniugare le esigenze con l’aspetto pratico relativo alla gestione degli acquisti o richiedere successivi preventivi: ma questa è un’occasione imperdibile per le scuole perché significa avere accesso a fondi che consentono veramente di portare qualcosa di nuovo. E’ stata anche l’occasione per vedere all’opera le soluzioni e le alternative innovative, in particolare i proiettori Casio piuttosto che la document camera che, nella sua semplicità, consente un utilizzo molteplice e versatile per animare un po’ la lezione e renderla significativa e interattiva”.

“Le scuole della mia zona – prosegue Barbara Papazzoni – si stanno muovendo, vedo che fanno molto riferimento ai progetti che le aziende propongono: si tratta di un lavoro e un servizio preziosi; la tendenza è quella di ipotizzare e preparare soluzioni di classe, di riferimento per le scuole, da personalizzare, integrare e modellizzare sulla base di singole esigenze. E questo è un grande punto di partenza”.

“Le classi si dovranno organizzare per lavorare in modo completamente diverso – aggiunge Barbara Papazzoni.L’aspetto che più mi interessa è quello dello studente: è necessario un approccio più articolato e la ricerca di un metodo di lavoro, per raggiungere la consapevolezza di aver acquisito un processo; questo credo sia il primo obiettivo anche nella logica della didattica per competenza, ormai irrinunciabile. Le competenze non sono soltanto digitali ma anche trasversali come la capacità di sintesi e soprattutto quella di rielaborazione personale, che gli strumenti digitali richiedono. Ad esempio, utilizzare un tablet semplicemente per una lettura sequenziale significa non sfruttare le sue potenzialità. Invece, bisogna credere nella produzione e nella rielaborazione dei contenuti partendo sia dal libro di testo, in ogni sua forma, al quale non bisogna rinunciare. Ci deve comunque essere una fonte attendibile, che abbia una sua configurazione scientifica, di autorevolezza e paternità, per poi allargare l’orizzonte con le fonti che troviamo online, tenendo sempre presente i concetti di cittadinanza attiva, spirito critico, attendibilità dei siti e uso consapevole della rete”.

Formare i formatori

“Durante l’evento di Milano – commenta il Professor Giovanni Maliandi, Dirigente Didattico dell’Istituto Comprensivo Statale Fabio Filzi di Milano – sono state spiegati gli interessi e le ragioni delle scuole nell’intercettare i linguaggi innovativi, come quello multimediale; i bambini delle elementari, ad esempio, sono tutti nativi digitali: la nostra didattica deve contemplare questo linguaggio altrimenti l’attenzione degli studenti, naturalmente, viene meno. Di pari passo bisogna coltivare l’interesse dei docenti attraverso l’uso di strumenti specifici. Le LIM, in questo momento, sono lo strumento principale: molto, però, dipende da come vengono usate, dall’abilità e dalla curiosità del docente di farne uno strumento che trasforma la didattica; talvolta le LIM sono spente perché i docenti mostrano problemi oggettivi. Oltre al linguaggio da adottare è importante far evolvere anche l’ambiente di apprendimento e interagire anche con gli smartphone e i tablet dei ragazzi”.

“In questo roadshow – ci spiega Maliandi – abbiamo visto che ci sono strumenti intuitivi e facili da usare, oltre che piuttosto economici nel costo di possesso come i videoproiettori Casio Laser+Led, che non hanno più la lampada da sostituire: questa è un’informazione importante ma non del tutto diffusa. L’obiettivo di un roadshow è proprio questo: se sei preparato acquisti prodotti validi e non obsoleti, bisogna stare attenti e rivolgersi alla tecnologia più avanzata; spendere meno all’inizio non significa risparmiare. Un altro argomento basilare del roadshow sono stati i PON, grazie ai quali la scuola italiana oggi può creare questi ambienti tecnologicamente avanzati. La Lombardia è la prima volta che accede a questi fondi, nel passato destinati ad altre regioni italiane. Anche noi ci siamo candidati per partecipare ai due bandi: il primo relativo alle reti cablate e Wi-Fi e il secondo per creare opportuni ambienti digitali che dotino le aule di strumenti tecnologici facilitatori della didattica. L’intervento dell’esperto PON alla tappa dove abbiamo partecipato ha riscosso un enorme interesse”.

“I PON, ovviamente, sono benvenuti – prosegue Maliandi – però, bisogna anche portare le scuole culturalmente più arretrate nei confronti di questa rivoluzione didattica ad un livello superiore altrimenti vengono penalizzate quando si esaminano i loro progetti e perdono il bando; le scuole più attente invece, che si ritrovano personale più curioso, vincono i bandi e si attrezzano creando una sorta di sperequazione. Capisco che formare migliaia di docenti è impresa quasi impossibile, che richiede tempi lunghi. Tuttavia qualcosa deve accadere, ad esempio la costituzione di un’avanguardia capace di formare a cascata altri colleghi: noi ci stiamo muovendo in questa direzione”.

“L’altro limite – conclude Maliandi – riguarda la disposizione degli studenti e del docente all’interno di un’aula: se la lezione viene condotta con la consueta modalità frontale e si introduce uno strumento tecnologico non si innova veramente la didattica. Il cambio dello strumento deve portare ad un adeguamento, in parallelo, dell’approccio. E’ un dato di fatto che gli studenti sono più avanti nell’esperienza tecnologica, quindi possono contribuire a realizzare un lavoro di squadra con i docenti”.

La via italiana alla scuola digitale

“E’ un momento storico per la scuola italiana– esordisce il Professor Angelo Bardini , docente delI’Istituto Comprensivo di Cadeo e Pontenure, in provincia di Piacenza. Non ci sono mai stati così tanti fondi a disposizione e, soprattutto, non c’è mai stato un intervento così forte, orientato al futuro, da sviluppare nel quinquennio a venire, articolato sia nelle infrastrutture che nelle tecnologie, che mette al centro lo studente e i suoi apprendimenti. Oggi tutte le scuole, anche quelle del nord, possono accedere ai PON; i bandi sono numerosi e diversificati, dallo sport all’inclusione, dal CLIL al teatro; dagli ambienti digitali alle scuole accoglienti. La cosa bella e nuova è che ad ogni azione è associato da un capitolo di spesa. Tutto molto pop.

L’asse portante è comunque il Piano Nazionale Scuola Digitale (PNSD): un disegno che coinvolge le tecnologie, l’apprendimento e gli spazi dedicati, la formazione, accesso e animatore digitale. Formazione, innovazione didattica e il recupero della cultura laboratoriale sono gli aspetti che mi interessano di più, la tecnologia è uno snodo perfetto per legare il tutto. Entro la fine del 2016 verranno costituiti fino a 250 poli formativi: i fondi assegnati ad ogni polo avranno la durata di un triennio e verranno valutate le attività che ha realizzato, una bella rivoluzione”.

“Le fornisco qualche dato – prosegue Bardini – per dare un’idea del lavoro programmato dal Piano Nazionale Scuola Digitale, al quale ho avuto la fortuna e il piacere di partecipare. Ad esempio, ogni scuola primaria avrà a disposizione un PC per il Registro Elettronico, in totale ne verranno messi a disposizione 140mila. Verranno realizzati gli atelier, il riferimento è all’approccio laboratoriale come risorsa condivisa: per costruirli, ogni scuola del primo ciclo avrà a disposizione 15mila euro, mentre le scuole secondarie di secondo grado avranno a disposizione 140 milioni di euro per il rafforzamento degli indirizzi professionalizzanti. In ogni scuola verrà individuata la figura dell’animatore tecnologico, che dovrà generare interesse, entusiasmo e facilitare la formazione e l’attività all’uso delle tecnologie”.

Prosegue Bardini: “Il PNSD ha inoltre stanziato 1200 euro per pagare le utenze della connettività per ogni scuola, 1000 euro per attivare con le aziende o trovando personale al proprio interno, contratti di assistenza su prodotti e servizi tecnologici; nelle azioni del passato succedeva che le LIM rimanessero negli scantinati oppure appese alle pareti ma spente, perché mancavano i fondi. Il Piano prevede anche la costituzione di poli bibliotecari provinciali, fino a 150 votati alle biblioteche online e alla promozione della lettura. L’obiettivo di base è far evolvere la didattica, implementare accanto la lezione frontale una didattica più attiva e coinvolgente, utilizzare le tecnologie e adottare arredi flessibili che si muovono a seconda dell’attività didattica organizzata, e ritornare alla laboratorialità, alla scuola delle competenze e del fare”.

Riguardo al roadshow di Sinergie al quale ha partecipato e, più in generale, alla sinergia con le aziende il pensiero di Bardini è chiaro: “La collaborazione con le aziende non può che far bene alla scuola italiana. L’attività di un roadshow va a pari passo con il fatto di possedere un’idea di scuola innovativa, per capire come utilizzare nel modo migliore i soldi stanziati. Questa volta il Ministero ha fatto la sua parte: ci sono i soldi e le linee guida per spenderli”.

Conclude Bardini: “Nel piano, per la prima volta, compaiono termini come Fundraising e Stakeholder: un segnale che la compartecipazione viene ritenuta essenziale. Bisogna coinvolgere anche le Associazioni dei Genitori e le aziende del territorio per creare un aspetto economico ancora più importante”.

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